BREVE INTRODUZIONE STORICA

(di Marco Durante)

1. Le origini

Sia gli Scacchi occidentali che quelli giapponesi derivano dall'antico gioco indiano del Chaturanga (4-membri), di cui si hanno notizie a partire dal VI secolo d.c.
Il Chaturanga venne esportato al di fuori dell'India con le guerre di conquista, il commercio e l'opera dei "missionari" buddhisti. Già attorno all'VIII sec. veniva giocato, in diverse versioni, in Persia ed in Cina. Mentre dalla Persia, tramite gli Arabi, verrà portato in occidente dando origine agli Scacchi come li conosciamo, dei messi imperiali durante il periodo Nara (710-794) introdurranno gli Scacchi Cinesi (Xiang Qi) in Giappone.
Da sempre affezionati alla loro scrittura simbolica (kanji), i cinesi abbandonarono la forma scultorea dei pezzi del Chaturanga (che rimarranno invece nella versione occidentale) per utilizzare pezzi di forma circolare, marcati con dei kanji. Mutuando l'uso dall'altro gioco cinese del Go, negli Xiang Qi i pezzi si muovono sulle linee di intersezione della scacchiera.
Gli Xiang Qi divennero popolari presso la corte imperiale nel periodo Heian e battezzati Shogi ("gioco dei generali"). La prima descrizione del gioco è dovuta al calligrafo di corte Fujiwara Yukinari (971-1027; come da tradizione giapponese, scriveremo prima il cognome e poi il nome) ed appare sostanzialmente diverso dal gioco attuale. La Torre e l'Alfiere non erano presenti, nè le regole sui pezzi paracadutati; si utilizzava la scacchiera cinese 9x10 (anche se negli Xiang Qi vengono utilizzate le linee e non le case). Altre varianti vennero presto introdotte, dal Dai-Shogi (13x13 caselle e successivamente 15x15) allo Sho-Shogi (piccolo Shogi). Il più antico pezzo di Shogi è datato attorno all'anno 1100 e fu scoperto nel castello di Sakada.
Nel periodo Muromachi (1333-1568) vennero introdotti dei sostanziali cambiamenti al gioco: vennero aggiunti 3 nuovi pezzi, hisha (Torre), kaku (Alfiere) e sui-zo (Elefante Ubriaco) su una scacchiera 9x9. Un diagramma del 1694 illustra chiaramente la posizione iniziale dei pezzi.
L'Elefante era posizionato davanti al Re e se promosso (invadendo il campo avversario) diveniva in effetti un altro Re (cioè muoveva di una casa in ogni direzione).
Nel tardo periodo Muromachi, il Giappone era devastato da continue guerre fra i diversi signori feudali. Le alleanze erano in continuo mutamento e spesso capitava che le sorti di una battaglia era decisa dal passaggio da un fronte all'altro di una parte dei contendenti.
Questa abitudine bellica venne gradualmente introdotta nello Shogi, cosicché i pezzi potevano cambiare giocatore per mezzo della cattura. Ma la presenza dell'Elefante Ubriaco creava problemi con queste nuove regole, in quanto l'Elefante poteva essere paracadutato nel campo avversario, promosso a Re, e quindi difficilmente essere catturato. Inoltre, l'imperatore Go-nara (che regnò fra il 1526 e il 1557) non gradiva l'idea di un pezzo (ubriaco!) che potesse essere promosso a Re. Alla fine del '500, quindi, l'Elefante sembra sparire dal gioco contemporaneamente all'introduzione della regola dei pezzi paracadutati.

2. Il periodo Edo (1600-1868)

Nel 1612, lo shogunato dei Tokugawa fondò la prima accademia ufficiale per lo Shogi ed il Go, sotto il controllo dei monaci scintoisti e buddhisti. Il monaco buddhista Honinbo Sansa ne fu il primo rettore, ed era riconosciuto come il giocatore più forte in entrambi i giochi.
La prima partita di Shogi interamente registrata risale al 1607 e vedeva Honinbo Sansa manovrare i pezzi bianchi contro Ohashi Sokei. La partita è ancora oggi estremamente istruttiva. Ohashi aprì con la Torre Mobile in 4^ colonna e Honinbo utilizzò un castello Edo come difesa. Ohashi vinse in 67 mosse dopo una partita mozzafiato e divenne il primo Meijin a vita (Grande Maestro).
Le regole dello Shogi come le conosciamo oggi sono essenzialmente codificate nel libro del 1636 Shogi Zushiki ("Shogi illustrato"), scritto dal figlio di Ohashi Sokei.
La famiglia Tokugawa costruì il suo castello a Edo (l'antico nome di Tokyo) attorno alla metà del secolo XVII, e ivi organizzarono i primi tornei di Go e Shogi, con la partita finale giocata sempre in presenza dello Shogun. A partire dal 1716, questa partita venne giocata ogni 17 Novembre. Ancora oggi, il 17 Novembre è indicato in Giappone come la giornata dello Shogi. La più famosa partita del castello è quella del 1856, che vide vincitore Amano Soho, considerato uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi.
Con la fine dello shogunato dei Tokugawa e del periodo Edo si chiude anche l'era dello Shogi "di stato", ma il gioco diverrà sempre più popolare fra tutte le classi sociali.

3. Lo Shogi oggi

L'Associazione Giapponese di Shogi fu fondata nel 1924 e successivamente ristabilita nel 1946 con sede centrale a Tokyo e filiale principale in Osaka. L'Associazione riconosce (attribuendo un salario mensile) attualmente quasi 300 giocatori professionisti, di cui una quarantina sono donne. Il numero di persone che in Giappone conoscono le regole del gioco è stimato attorno ai 10 milioni, mentre gli assidui praticanti sono oltre 200.000.
La JSA pubblica anche una rivista mensile (Shogi Sekai) e sponsorizza la trasmissione televisiva della domenica mattina sul canale nazionale della NHK.
I tornei principali sono 15, di cui 7 mettono in palio un titolo (le cosiddette 7 corone). In queste corone, c'è un detentore che attende la sfida di un giocatore designato da un torneo, con formule particolari che variano da torneo a torneo.
Il titolo più importante è quello che designa il Meijin dell'anno. Il vincitore del torneo degli sfidanti affronta il detentore al meglio di 7 partite (ogni partita dura 2 giorni).
Vincendo almeno 5 volte il titolo di Meijin si diviene "Meijin a vita" (Eisei Meijin).
Nella storia dello Shogi sono finora indicati 19 Eisei Meijin: il primo fu Osashi Sokei (1555-1634) e l'ultimo è Habu Yoshiharu (che nel 2008 ha conquistato il suo 5° titolo Meijin). Così ora abbiamo 3 Eisei Meijin in attività: Tanigawa Koji, che lo ottenne nel 1997 e Moriuchi Toshiyuki nel 2008.
Benchè sia stato introdotto un sistema ELO (per uso comparativo ma non ufficialmente riconosciuto), tradizionalmente i giocatori vengono divisi in gradi. Per i professionisti, si va a scendere dal 9dan al 4dan (3-1dan sono i gradi di apprendisti professionisti). I dilettanti iniziano invece dal 15kyu (principiante) su fino al 1kyu, e successivamente dal 1dan al 6dan ("Meijin dei dilettanti").
Popolarissimo in Giappone, lo Shogi comincia ad esser giocato molto anche in altri paesi. Associazioni importanti sono quelle degli USA, Gran Bretagna, Francia, Germania, Svezia e Olanda. Negli ultimi anni il gioco si sta diffondendo anche in Cina e nei paesi dell'Europa orientale, il cui livello di gioco compete ad armi pari con i migliori giocatori USA e del Vecchio Continente.